Silvio Negro concepÃŽ questo libro dopo aver letto numerose opere sulle vicende politiche dellâultimissima Roma papale, quella del regno di Pio IX, fra gli anni della Repubblica Romana e la conquista piemontese. Anni singolari e inquieti, nei quali la città , benchÃĐ fosse perfettamente consapevole della fine dello Stato Pontificio, cercÃē di continuare a vivere come se non vi fossero bersaglieri e garibaldini alle porte. Sbirciando in quelle trattazioni, che si occupavano prevalentemente di avvenimenti politici e militari, Negro scoprÃŽ ÂŦscorci di paesaggio e di costume cosÃŽ inaspettati, cosÃŽ profondamente ed irrevocabilmente diversi da quelli della Roma del nostro tempoÂŧ da decidere di dedicare un volume intero allâurbe papale prima della sua malinconica fine. à la storia di una città ancora odorosa, comâÃĻ stato detto, di campagna, di pascolo e di stalla oltre che di splendori barocchi e glorie del passato. Una città in cui lâaristocrazia vive in gran parte in maniera sobria, non attacca i cavalli alle carrozze che nelle grandi occasioni e si accontenta di esibire la magnificenza del nome in feste date per dovere sociale una volta lâanno. Un luogo dove ÂŦgli stracci stessi del mendicante conservano una certa maestà Âŧ, e cortesia e urbanità albergano in un popolo in cui ÃĻ totalmente assente il ÂŦtipo canaglia, che altrove ÃĻ cosÃŽ appariscente, specialmente a Londra e a ParigiÂŧ. Sorprendentemente per gli stranieri, poi, innanzi tutto per i ÂŦdemocraticiÂŧ dâOltralpe, le differenze sociali non costituiscono vere barriere: un nobile o un cardinale, se il domestico e il cuoco sono buoni giocatori, gioca con loro a tresette o a calabresella, e, quando ÃĻ in viaggio, fa sedere anche il cocchiere e il domestico alla sua tavola. SicchÃĐ qualcuno puÃē annotare scandalizzato: ÂŦUna familiarità inesplicabile, che da noi sarebbe mostruosa, unisce a Roma gli uomini di ogni classe... Ho veduto davanti al banco di un friggitore allâaria aperta comprare e mangiare dei pesciolini serviti sopra una foglia di vite un soldato, un pastore, un prete, un signore in abito nero, un cappuccino, un operaio, una nutrice, un mulattiere e due o tre cittadini in marsina. Essi gustavano il loro fritto e discutevano amichevolmente dei suoi meritiÂŧ. Ritratto estremamente documentato e affettuoso della Roma papale, corredato da un apparato fotografico di vedute del tempo e con gli scritti di viaggiatori, artisti e diplomatici stranieri, tra cui Dickens, Mark Twain e Hawthorne, Seconda Roma ÃĻ un magnifico viaggio nella Città Eterna, cinta dal fascino struggente di unâepoca che si chiude.