Non rispondetemi che ยซquegli altriยป sono peggio - scrive Federico Rampini -, non ditemi che รจ l'ora di fare quadrato, di arroccarsi tra noi, a contemplare con orgoglio tutte le nostre sacrosante ragioni, a dirci che siamo moralmente superiori e che lร fuori ci assedia un'orda fascista. Quand'anche fosse vero che ยซquelliยป sono la peste nera, allora dobbiamo chiederci: com'รจ stato possibile? Come abbiamo potuto regalare a ยซloroยป๏ปฟ l'Italia piรน gli Stati Uniti, l'Inghilterra piรน la Svezia e in parte la Francia? Se davvero una barbarie reazionaria sta dilagando in tutto l'Occidente, dov'eravamo noi, cosa facevamo mentre questo flagello si stava preparando? (Aiutino: spesso eravamo al governo). C'รจ qualcosa di malsano nel pensare che una maggioranza degli italiani sono idioti manipolati da mascalzoni: come si costruisce su queste basi una convivenza civile, un futuro migliore?
Attingendo alla sua formazione giovanile nel Pci di Enrico Berlinguer, fine anni Settanta; poi alle sue esperienze successive di reporter globale a Parigi, Bruxelles, San Francisco, Pechino e ora New York, Federico Rampini prende di mira alcuni dogmi politically correct. E spiega che la sinistra puรฒ ripartire. Deve farlo. Il tracciato verso la rinascita parte dalle diseguaglianze, e abbraccia senza imbarazzi una nuova idea di nazione.