La banda Tevere

· Edizioni Mondadori
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Era una bel pomeriggio di primavera il giorno in cui Mauro Urbani, carico di catene d'oro e anelli, per gioco e per scommessa decise di tuffarsi dal Ponte Sant'Angelo. Era giovane, forte e nulla sembrava potesse succedergli. E quando riemerse dall'acqua il nome del fiume era diventato il suo: con un misto di rispetto e ammirazione amici, rivali e conoscenti da lì in poi lo avrebbero chiamato "Tevere". Ma gli anni sono passati, e a cinquanta ormai compiuti, Tevere è appena uscito di galera e gli toccano insostenibili lavori socialmente utili. Finché una sera non riceve la visita di Monya, sua figlia: il tempo di rifiutare la sua amatriciana perché intanto è diventata vegana e gli annuncia solenne: "Sono incinta". Ma lei e Mattia, il suo fidanzato, sono ancora all'università. Hanno bisogno di un aiuto economico. Dopo tutti i pasticci della sua vita, è ora che suo padre faccia qualcosa per lei. A Tevere non resta che prometterglielo: ci penserà lui. Dopo la promessa però sorge il problema: che fare? La soluzione è una sola, rimettere in piedi l'antica banda. Comincia così il giro di reclutamento, partendo dai due amici più antichi e fidati: Peppe Loria detto "il Fachiro", due metri di muscoli e violenza, un cervello non proprio affilato ma, sotto sotto, un cuore d'oro. E Mario "Bombay", barista a tempo perso, con il sogno di aprirsi un chioschetto su una spiaggia di Ibiza. I due ci stanno subito, la banda è ricostituita. Ma c'è il secondo intoppo, manca un piano. E mentre Tevere non sa bene che pesci pigliare arriva la provvidenza, nelle vesti eleganti di Rashid, delinquente di provenienza misteriosa, con una fama già solida e l'aspetto di un principe arabo. Riusciranno Tevere e la sua banda a fare il colpo per cui Rashid ha chiesto il loro aiuto, evitando al tempo stesso i loro più acerrimi nemici, il Polpo, viscido ex socio di Tevere che si crede Scarface, e il corrotto ispettore D'Amato, l'uomo che già una volta ha spedito Tevere al fresco? Yari Selvetella, grande esperto di criminalità romana, dopo l'enorme successo di Roma criminale, vera e propria bibbia sulla malavita della capitale, scrive un romanzo che sa fondere in una sintesi perfetta le atmosfere truci di Romanzo criminale e quelle ironiche e un po' malinconiche dei maestri della grande commedia all'italiana, come Risi e Monicelli.

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