Sintonizzati sulla "musica" e sul ritmo della scrittura di Calvino, profondi conoscitori della sua attività einaudiana, Chiara Ferrero e Luca Baranelli hanno saputo riconoscere i paratesti attribuibili allo scrittore e allinearli in questa ampia e preziosa silloge. In essa affiorano i nomi più vari, dagli amici einaudiani (Cesare Pavese, Natalia Ginzburg, Elio Vittorini) ai grandi narratori del dopoguerra, fino ai classici e agli scrittori internazionali, francesi, americani soprattutto, che spesso proprio Calvino fece conoscere al lettore italiano.
Affiorano qua e là anche elementi della biografia di Calvino, le sue opinioni politiche e letterarie, le sue frequentazioni. Ma emerge soprattutto la sua figura di scrittore di professione, cui l'intensa attività di lettore imposta dal lavoro editoriale fornì un impareggiabile strumento di confronto con colleghi e maestri: la presentazione di un libro diventa così occasione per intervenire nel dibattito culturale del tempo. Le sue parole arrivano dunque a noi come preziosa testimonianza di una stagione letteraria irripetibile, ma anche come originali e acute riflessioni sulla letteratura e sul mondo.