Questa favola è nata in un campo di concentramento tedesco nel dicembre 1944, dove Guareschi si trovava internato: come lui stesso dice, le muse che lo ispirarono si chiamavano Freddo, Fame e Nostalgia. E così nasce la storia di Albertino, della nonna, del papà prigioniero, e delle piccole creature - buone o cattive - che vivono e parlano in un bosco fantastico. Ed è anche la storia di quegli uomini, affamati e infreddoliti, che l'ascoltarono in una baracca del Lager tedesco, e che proprio grazie alle parole di Guareschi riuscirono a mantenere viva la speranza del ritorno.