Donne, quanto danno!

· Antropoetico
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Chi può comprendere la complessità di una mente femminile?
Bella domanda non è vero?

Cosa sono l’universo, i protoni, gli elettroni, i “quanti” stessi, di fronte a ciò che frulla nel cervello di una donna?
Roba da ragazzi la teoria della relatività!

Praticamente da quando esiste l’umanità, pensatori, filosofi, re e cantanti hanno cercato di dare una spiegazione logica di come ragioni una donna elaborando teorie e ipotesi tra le più disparate: “Il vaso più debole”, “la parte artistica che manca all’uomo comune”, “l’altra metà del cielo” , “portatrici di vita” fino alla raffigurazione sulla terra del lato femminile di Dio. Strano questo Dio che spacca se stesso in due elementi complessi dando a uno, quello di cui ha bisogno l’altro. E allora chi non ha una compagna, un compagno, potremmo definirlo un essere incompleto? Un infelice? Un essere contro natura?
Amore, passione, famiglia, sentimento sono stati rappresentati e mitizzati in film e soap opere proprio tramite donne capaci di interpretare la vita, meravigliose perle di rara bellezza, almeno nella finzione scenica.
Complicate, anzi “dolcemente complicate” come raccontate nella canzone di Fiorella Mannoia, in grado di soffrire per amore, di fingere per i figli, di lottare per la vita. Femminili, femministe, operaie, avvocati, insegnanti, veline, atlete, sempre e solo donne! Competitive, arroganti, vanitose, irripetibili, uniche, vendicative, cattive, sante e diavoli, artiste, giornaliste, personaggi comunque nella società capaci di lasciare il segno.
Sulle donne si è già scritto praticamente tutto e qualcuno del pubblico femminile che mi legge adesso a questo punto dirà: “esattamente come gli uomini, siamo come gli uomini, siamo esseri viventi con pregi e difetti”, alludendo ad una sorta di discriminazione di questo vanesio trattato, ad un errore in partenza nel voler differenziare i generi maschile e femminile.
L’intento dichiarato di questo libro non è quello di cambiare le opinioni degli uomini sulle donne o delle donne su se stesse ma semplicemente di analizzare la realtà dei fatti in questo 2012 attraverso gli occhi di un osservatore, certamente prevenuto e disincantato, riuscito a sopravvivere a una madre, una sorella e a un matrimonio (fallito ) quasi ventennale.
Non a caso l’introduzione di questo libro la sto scrivendo oggi otto marzo, festa delle donne!
Abbondano sui siti e sui blog le celebrazioni, le frasi ridondanti, la voce delle donne che gridano il loro diritto ad essere rispettate e trattate a pari livello di un maschio! Pare quasi che siano state in tutti questi anni, secolo dopo secolo, dall’inizio della vita sulla terra, trattate sempre come schiave, serve di casa, succubi del potere dell’uomo. Chi ha mai consegnato al maschio il diritto di comandare sulla donna? Chi ha privato la donna della sua dignità?

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