Maestro dello stile avvolgente e coinvolgente, inventore di un amalgama inconfondibile fra testo e immagine, W.G. Sebald è stato lâunica apparizione di grande rilievo nella letteratura di lingua tedesca dopo Thomas Bernhard. Pochi mesi prima della sua tragica, recentissima scomparsa, aveva pubblicato "Austerlitz", il suo unico romanzo in senso classico, subito accolto, dalla Germania agli Stati Uniti allâInghilterra, come un memorabile evento. Jacques Austerlitz è un professore di storia dellâarchitettura, studioso di quei luoghi (edifici militari, stazioni ferroviarie, penitenziari, tribunali) che, soprattutto nellâOttocento, tendevano ad assumere forme involontariamente visionarie, sovraccarichi comâerano di significati simbolici. Alto, dinoccolato, dai capelli prima biondi e poi ingrigiti, molto somigliante a Wittgenstein cui lo accomuna un vecchio zaino che costantemente porta in spalla, Austerlitz vive a Londra in un appartamento spoglio come una cella, privo di affetti e povero di amicizie. Dietro la sua eccentrica e vastissima dottrina si spalanca il vuoto. Austerlitz semplicemente non sa chi è â e a lungo ha resistito ad accertarlo. Ma a un certo punto, come se si trattasse di intraprendere una delle usuali peregrinazioni erudite alla ricerca di un edificio o di un luogo ignorato, si mette alla ricerca delle proprie tracce. CosÃŦ scoprirà di essere giunto a Londra, durante la guerra, con uno di quei convogli di bambini che dallâEuropa centrale partivano per lâInghilterra, mentre i genitori venivano deportati nei campi di concentramento e di sterminio. Strada per strada (a Praga, Theresienstadt, Parigi), volto per volto, oggetto per oggetto, fotografia per fotografia, emerge un passato lacerante, che Austerlitz sente di avere sempre ospitato in sÊ come una sequenza di negativi non ancora sviluppati. Tutta la somma sapienza evocativa di Sebald sembra concentrarsi in questo itinerario di ricerca, da cui promana unâangoscia che prende alla gola. Austerlitz è stato pubblicato per la prima volta nel 2001.