Non è mai facile raccontare storie di adozione, di abbandono o di infanzia negata. Bianca de Maj ci riesce grazie a una sensibilità fuori dal comune, partendo dalla sua autobiografia e utilizzando la letteratura come strumento per elaborare la propria condizione personale, riuscendo così a renderla universale.
Attraverso le vicende di Bigia e Pietro Franco l'autrice ci racconta una storia ancora attualissima filtrata da una visione del mondo molto lontana da quella attuale, ma che riesce a comunicare l'essenza della natura umana con un'intensità fortissima.